Come il gioco d’azzardo diventa patologico e come si sviluppa la dipendenza

Il gioco d’azzardo ha molte facce. Da un lato, può essere una divertente forma di intrattenimento; dall’altro, può diventare una dipendenza seria. Alcune persone riescono a praticarlo in modo occasionale e sano mentre altre diventano assuefatte e sono incapaci di smettere.

In questo articolo andremo a esplorare il lato patologico del gioco d’azzardo, esaminando le cause dello sviluppo della dipendenza e cercando di capire perché certi individui sono più vulnerabili rispetto ad altri.

Indice:

Tipi di giocatori e rischio di sviluppare una dipendenza

Perché alcune persone possono godere del gioco d’azzardo come innocua forma di intrattenimento mentre, per altre, esso diventa una pericolosa dipendenza? Parte della risposta sta nel fatto che persone diverse hanno esperienze di gioco diverse. Lo psichiatra Robert L. Custer, uno dei pionieri delle cure per il gioco d’azzardo patologico, ha identificato sei tipi di giocatori:

  1. Giocatori d’azzardo professionisti
  2. Giocatori d’azzardo "antisociali"
  3. Giocatori d’azzardo sociali occasionali
  4. Giocatori d’azzardo sociali seri
  5. Giocatori d’azzardo in cerca di sollievo ed evasione
  6. Giocatori d’azzardo compulsivi
Nota: dopo la pubblicazione delle teorie di Custer, negli anni Ottanta, il gioco d’azzardo patologico è stato riconosciuto come dipendenza (invece che come comportamento compulsivo). Nonostante ciò, la classificazione dei giocatori patologici di Custer rimane attuale.

Ciascun gruppo ha le proprie specifiche ragioni per giocare d’azzardo, cosa che influenza le probabilità per cui un individuo sviluppi una dipendenza.

1. Giocatori d’azzardo professionisti

Per i giocatori d’azzardo professionisti, questa attività non è un divertimento: il gioco d’azzardo è la loro professione, oltre che la loro principale fonte di sostentamento economico. Questa categoria di giocatori non è molto diffusa nei giochi di casinò online in cui si gioca contro il banco (ovvero, nei giochi configurati per dare un vantaggio al casinò). Tuttavia, i giocatori che abusano dei bonus casinò o che contano le carte in maniera professionistica potrebbero formare una sottocategoria rilevante di questo gruppo.

Nota: l’esempio più diffuso di giocatore d’azzardo professionista è il giocatore di poker. Guadagnare giocando a poker è possibile perché si gioca contro gli altri partecipanti e non contro il banco. Tuttavia, diventare un giocatore di poker che guadagna molto dalla professione richiede molto tempo e impegno.

I giocatori professionisti hanno poche probabilità di sviluppare una dipendenza da gioco d’azzardo. Operano in modo logico e sistematico, con un progetto ben definito e una strategia chiara. Inoltre, i motivi per cui giocano sono molto diversi da quelli di un giocatore occasionale.

2. Giocatori d’azzardo "antisociali"

Proprio come i giocatori professionisti, i giocatori d’azzardo "antisociali" vedono nel gioco d’azzardo un modo per fare soldi. La differenza è che tendono a servirsi di pratiche illegali per guadagnare. Questi giocatori vanno alla ricerca di modi per ottenere un vantaggio sul banco e non hanno paura di infrangere la legge per raggiungere questo obiettivo. Alcune pratiche includono la combine nelle scommesse sportive e l’uso di carte segnate nei giochi da tavolo.

I giocatori "antisociali", di solito, non sviluppano una dipendenza, ma potrebbero usare il gioco d’azzardo come scusa, qualora le loro attività illegali li mettano in una situazione problematica.

3. Giocatori d’azzardo sociali occasionali

I giocatori occasionali vedono il gioco d’azzardo come una forma di intrattenimento. Prendono spesso parte ad attività correlate al gioco d’azzardo con i propri amici e usano il gioco d’azzardo per socializzare, distrarsi dalla routine quotidiana e rilassarsi.

Il gioco non ha un impatto particolarmente negativo sulla vita di questa categoria di giocatori: la loro vita familiare, quella sociale e quella lavorativa non vengono intaccate da questo passatempo. A differenza di altri tipi di giocatori, i giocatori sociali occasionali hanno un’attitudine sana ed equilibrata verso il gioco d’azzardo.

4. Giocatori d’azzardo sociali seri

Come suggerisce già il nome di questa categoria, i giocatori sociali seri si dedicano al gioco d’azzardo molto più dei loro simili occasionali. Per loro, il gioco d’azzardo è una delle fonti di intrattenimento principali nonché uno dei modi in cui trascorrono maggiormente il tempo; ma si tratta pur sempre di un’attività secondaria rispetto a famiglia, amici, carriera, eccetera. Riescono a tenere le loro abitudini di gioco sotto controllo.

5. Giocatori d’azzardo in cerca di sollievo ed evasione

Mentre i giocatori sociali occasionali e seri giocano per divertirsi, i giocatori in cerca di sollievo ed evasione si servono del gioco d’azzardo per sopprimere la negatività della propria vita, ovvero noia, solitudine, rabbia, depressione e così via. Se lo stato mentale di un giocatore peggiora ma non si trovano altri modi sani per affrontare i pensieri e le emozioni negativi, peggiorano anche le sue abitudini di gioco. Nel peggiore dei casi, si andrà incontro a una dipendenza.

6. Giocatori d’azzardo compulsivi

I giocatori d’azzardo compulsivi (noti anche come giocatori d’azzardo problematici o giocatori col vizio del gioco) non hanno più alcun controllo sulle proprie abitudini di gioco. Il gioco d’azzardo è la cosa più importante della loro vita: per giocare sempre di più, sono disposti a qualunque costo e a qualunque sacrificio. Il gioco ha un effetto estremamente negativo su di loro.

Nella sezione seguente di questo articolo, tratteremo specificamente questo tipo di giocatori: i giocatori compulsivi, dipendenti, anche detti ludopatici.

Si tratta solo di soldi?

Per farla breve: no. Durante i primi studi sul gioco d’azzardo patologico, era opinione abbastanza comune che il denaro fosse la principale fonte di motivazione di un giocatore compulsivo. Con il tempo, e con l’aumentare degli studi, si è capito che non è affatto così. Inoltre, l’idea che gli individui affetti da questo tipo di dipendenza siano ossessionati dal desiderio di ricchezza e sfarzosità non solo è sbagliata, ma è anche dannosa nei confronti di queste persone.

Non è che il denaro non abbia un ruolo importante nella vita di una persona con problemi di gioco, ma non è neanche la causa della loro dipendenza. Secondo noi, la dipendenza da gioco d’azzardo è da imputare piuttosto a fattori biologici e psicologici, di cui parliamo nelle prossime sezioni.

Il ciclo finanziario di un giocatore d’azzardo patologico

Prima di prendere in esame i suddetti fattori, vediamo come il gioco d’azzardo patologico influisce sul benessere economico di un individuo. Il ciclo finanziario di cui stiamo per parlare è ampiamente condiviso dagli esperti ed è stato proposto dal dottor Henry Lesieur. Se ti capita di notare su di te qualcuna delle tendenze trattate, leggi il nostro articolo relativo a diagnosi e sintomi del gioco d’azzardo patologico per capire se stai sviluppando delle abitudini potenzialmente nocive.

Innanzitutto, è importante capire che c’è un motivo se parliamo di "ciclo" finanziario. Lo si può vedere anche come una spirale che si ripete all’infinito, ma ogni ripetizione pone il giocatore affetto in condizioni di vita sempre peggiori, fino a toccare il fondo. Questo ciclo può essere interrotto dalla persona affetta ricercando aiuto professionale specifico per la dipendenza da gioco; tuttavia, se non si interviene in tempo e in modo appropriato, si potrebbe finire col non poter più giocare affatto, per mancanza di fondi o persino per motivi molto più seri.

1. La disponibilità finanziaria come elemento attivatore

All’inizio, il giocatore ha a disposizione abbastanza denaro per dedicarsi al gioco d’azzardo per tutto il tempo che vuole. In questa fase, tende a piazzare le puntate più elevate. Questo è pericoloso soprattutto per le persone che sviluppano una "resistenza" verso le puntate di importo inferiore, non riuscendo a trarre da esse un "brivido" soddisfacente. Una persona gravemente affetta da dipendenza dal gioco d’azzardo è capace di mandare in fumo la maggior parte delle proprie entrate mensili in pochi giorni, o persino in poche ore, piazzando puntate di importo elevato.

2. La diminuzione della disponibilità economica come elemento inibitore

Prima o poi, il giocatore patologico comincia a rimanere a corto di denaro, anche se ancora non completamente al verde. In questa fase del ciclo, è molto comune provare ansia, rimorso e tristezza e comincia anche ad emergere l’esigenza di recuperare le perdite: i giocatori con dipendenza potrebbero sentire l’esigenza di recuperare con le vincite i soldi persi, ma è molto improbabile che succeda, e quindi finiscono col perdere altri soldi.

3. Perdita di denaro come causa di debiti e angoscia

Questa parte del ciclo si presenta quando il giocatore con dipendenza rimane completamente al verde. I sentimenti di ansia e tristezza peggiorano, diventando una completa disperazione e arrivando talvolta persino alla depressione. A seconda della gravità della dipendenza e della propria forza di volontà, il giocatore potrebbe riuscire a smettere di giocare per un certo periodo di tempo. Tuttavia, tenersi a distanza dal gioco diventa sempre più difficile poiché, nei casi più gravi, i giocatori affetti da dipendenza possono sperimentare crisi di astinenza, come nel caso della dipendenza da sostanze.

Il ciclo si conclude e ricomincia quando il giocatore ha di nuovo un po’ di denaro a disposizione. Tale denaro può provenire da varie fonti: nella migliore delle ipotesi è di proprietà del giocatore ma, purtroppo, può derivare anche da prestiti chiesti a familiari, amici o banche o, persino, da usurai o qualche attività illegale.

Cos’è che causa e alimenta una dipendenza da gioco d’azzardo?

Quando si tratta di dipendenze, è importante capire che non vengono mai causate da un singolo fattore, bensì da una combinazione di fattori correlati fra loro, che creano una complessa rete di input, compulsioni e desideri, generando il comportamento patologico. Questi fattori possono essere suddivisi nei seguenti gruppi: biologici, psicologici, sociali e spirituali. Si tratta del modello di dipendenza bio-psico-socio-spirituale.

Per quanto riguarda la dipendenza da gioco d’azzardo, ci concentreremo sui primi due tipi di fattori: quelli biologici e quelli psicologici. La loro influenza è confermata da prove concrete e sta all’origine della maggior parte dei casi di ludopatia. Svelando i retroscena di questa patologia, intendiamo sfatare annosi luoghi comuni e incoraggiare un atteggiamento più comprensivo ed empatico nei confronti del problema.

Fattori biologici

Qualcuno ha definito la dipendenza come "malattia cronica del cervello", ma è una definizione troppo semplicistica: lascia pensare al giocatore patologico di non poter fare nulla contro la propria dipendenza, perché è "malato". Ovviamente, è un concetto completamente errato, ma una definizione del genere offre molti spunti di riflessione.

Primo: la biologia personale concorre all’insorgere di una dipendenza per circa il 50%. Secondo: l’idea che le persone sviluppano una dipendenza da sostanze o attività è tecnicamente errata poiché, in realtà, diventano dipendenti dalle sostanze chimiche prodotte dal cervello in risposta a stimoli esterni. Terzo: le persone con un cervello sano hanno più probabilità di sviluppare una dipendenza. I cervelli umani sono "programmati" per spingerci a ripetere attività ed esperienze piacevoli, che ci aiutano a sopravvivere, come mangiare, bere e fare figli. Gli esperti in psicologia e biologia li definiscono "comportamenti motivati".

Ma il cervello può adattarsi a nuovi stimoli e cominciare a considerarli altrettanto importanti di quelli appena citati, se non di più. Questo è il processo biologico che porta a una dipendenza. Col progredire di essa, l’impatto sul cervello aumenta e produce anche dei cambiamenti fisici alla struttura di quest’organo. Le principali parti in causa sono sei in tutto.

Tre parti del cervello:

  • Corteccia cerebrale
  • Amigdala
  • Ipotalamo

Tre sostanze chimiche nel cervello:

  • Serotonina
  • Dopamina
  • Noradrenalina

Corteccia cerebrale

I cambiamenti nella corteccia cerebrale comportano un’alterazione delle capacità decisionali e un aumento della tendenza all’impulsività e ai comportamenti compulsivi. Tali cambiamenti sono il motivo per cui una persona affetta da dipendenza può riscontrare difficoltà nel prendere decisioni intelligenti e sane, optando piuttosto per azioni rischiose e sconsiderate.

Amigdala

L’amigdala è associata alla memoria e alle emozioni. I ricordi positivi e negativi creano delle associazioni che aiutano il cervello a prevedere cosa succederà. Prendiamo come esempio una persona che gioca ogni mercoledì dopo il lavoro e poi va a cena al suo ristorante preferito: il cervello si aspetta questo comportamento ogni settimana ed ecco che l’abitudine è formata.

Se il giocatore decide di interrompere il gioco d’azzardo, ma continua ad andare al ristorante ogni mercoledì, avrà dei sintomi di astinenza, poiché il cervello si aspetta maggiori emozioni positive. Ecco perché, alla fine, si va incontro a delle recidive, se non si interviene eliminando anche la routine e le attività associate al gioco d’azzardo.

L’ipotalamo

L’ipotalamo è strettamente correlato alla capacità di gestire lo stress. Molti giocatori, sia patologici che non, usano il gioco d’azzardo come meccanismo di adattamento per sfuggire alle situazioni stressanti. Purtroppo, la dipendenza abbassa la capacità di ridurre efficacemente i livelli di stress. Tutto questo crea un circolo vizioso nel quale un giocatore dipendente cerca il gioco d’azzardo per tenere a bada i suoi livelli di stress. Un’eccessiva auto-indulgenza nel gioco tende a mettere i giocatori in situazioni difficili, generando ulteriore stress. Eppure, se le abitudini di gioco vengono interrotte, la crisi di astinenza che ne deriva provoca uno stress ancora maggiore.

Serotonina

La serotonina, rispetto alla dopamina, viene considerata il vero ormone del buonumore. Livelli bassi di serotonina causano tristezza e persino depressione. Le persone affette da dipendenza sembrano essere particolarmente inclini ai cambi di umore. La serotonina è collegata anche alla motivazione e a pulsioni come mangiare, bere, eccetera. I giocatori patologici sembrano avere delle anomalie nei flussi e nei livelli di serotonina, cosa che può causare problemi con i comportamenti motivati (ad esempio: possono saltare la cena per rimanere svegli a giocare tutta la notte).

È interessante notare che la serotonina è fortemente coinvolta nei tentativi di recuperare le perdite, molto frequenti fra i giocatori d’azzardo di ogni tipo. La serotonina e la dopamina sembrano rendere i giocatori meno sensibili allo "scoraggiamento" dato dalla perdita: dopo una sequenza di perdite, il giocatore sano, stizzito, smette di giocare. Il giocatore ormai desensibilizzato verso le emozioni negative associate alla perdita di denaro, invece, continua a cercare di recuperare le perdite per molto più tempo.

Dopamina

La dopamina è strettamente coinvolta nei processi dell’amigdala. Contrariamente all’opinione comune, la dopamina non è un ormone del buonumore, a differenza della serotonina, ma è a capo del sistema di ricompensa del nostro cervello. Compiere un’azione ritenuta "desiderabile" provoca un rilascio di dopamina. Questo aumento di sostanze chimiche viene spesso avvertito come una piacevole sensazione di euforia: ecco il motivo per cui le persone sono spinte a ripetere il comportamento. Durante una sessione di gioco d’azzardo, sia nei giocatori sani che in quelli con dipendenza è stato osservato un livello più alto del normale di dopamina.

Nota: la dopamina è particolarmente interessante per quanto riguarda le dipendenze. Le persone affette da morbo di Parkinson, malattia nella quale la produzione di dopamina diminuisce in modo consistente, hanno più probabilità di sviluppare una dipendenza rispetto a tutte le altre. L’importanza complessiva del ruolo della dopamina è ancora oggetto di studi.

Noradrenalina (o norepinefrina)

La noradrenalina è una sostanza chimica che prepara e motiva il corpo e il cervello all’azione. Aumenta l’attenzione e l’eccitazione, favorisce lo stato vigile e aiuta nei processi di archiviazione e conseguente recupero dei ricordi. Causa anche irrequietezza e stress. Naturalmente, i livelli più alti di questa sostanza si hanno in situazioni pericolose, della serie "combattere o scappare".

È interessante notare che sia i giocatori sani che quelli con dipendenza sembrano riportare maggiori livelli di norepinefrina durante il gioco: ecco forse perché moltissimi giocatori si immergono completamente e si "perdono" in questa attività. In più, questa sostanza sembra essere collegata alle recidive, alla sensibilizzazione nella ricompensa (un individuo viene sempre più eccitato dalla stessa cosa), all’attenzione e alla ricerca di determinate sensazioni.

Fattori psicologici

Come abbiamo affermato precedentemente, la dipendenza è un complesso sistema di fattori correlati fra loro: si parla di modello bio-psico-socio-spirituale della dipendenza. Ma non è tutto qui. Ogni categoria di fattori può essere suddivisa in sottogruppi e vari approcci e quella degli aspetti psicologici non fa eccezione.

Gli esperti hanno provato a individuare un approccio psicologico univoco per spiegare in modo semplice la dipendenza da gioco d’azzardo, ma senza successo. La teoria migliore e più ampiamente accettata è un "modello integrato" proposto da Blaszczynski e Nower, esperti in dipendenze.

Il modello integrato riunisce alcuni concetti propri di correnti psicologiche diverse fra loro - quali quelle dell’apprendimento, cognitiva, delle dipendenze, della personalità e psicoanalitica - fino a creare una teoria onnicomprensiva sul tema. In questo caso, Blazczynski e Nower suddividono i giocatori patologici in tre diverse categorie, in base ai probabili ragionamenti che stanno alla base della loro dipendenza:

  • Giocatori emotivamente vulnerabili
  • Giocatori condizionati nel comportamento
  • Giocatori su base biologica

La loro teoria ammette che tutti i giocatori patologici mostrino abitudini malsane simili, ma le rispettive cause di tali abitudini sono molto diverse da un gruppo a un l’altro. Tuttavia, i due ricercatori hanno messo in evidenza che vari aspetti si possono riscontrare in tutti e tre i gruppi: i fattori ambientali, il ruolo centrale dell’eccitazione del giocatore, il condizionamento (processi di apprendimento che fanno sì che una persona reagisca in un determinato modo a un determinato stimolo - ad esempio, che desideri di giocare a una slot non appena ne sente la musica) e le distorsioni cognitive (illusioni).

Giocatori emotivamente vulnerabili

I giocatori emotivamente vulnerabili giocano a scopo di evasione e per avere una tregua dalla negatività della loro vita. Di norma, i giocatori di questo tipo sono emotivamente disturbati, hanno scarse abilità di adattamento, sono socialmente isolati e hanno una bassa autostima. Il sostegno psicologico professionale, volto al trattamento del danno emotivo sottostante e alla creazione di strategie di adattamento più sane, rappresenta il modo migliore per aiutarli.

Giocatori condizionati nel comportamento

I giocatori di questo tipo finiscono nella trappola delle loro stesse compulsioni e dei loro comportamenti. Sono molto suscettibili ai condizionamenti ambientali e tendono a ripetere la stessa serie di azioni. Anche in questo caso, cercare assistenza psicologica professionale è in genere il modo migliore per rompere questi schemi comportamentali.

Giocatori su base biologica

Questi giocatori sono vittime del loro "circuito elettrico" biologico. Fattori genetici e neurochimici determinano azioni impulsive e un frequente bisogno di stimoli. Cure farmacologiche associate a un’appropriata terapia psicologica possono aiutare i giocatori a smettere di essere schiavi dei loro stessi corpi e a cominciare a prendere decisioni in autonomia.

In che modo la progettazione del gioco contribuisce allo sviluppo della dipendenza

I casinò, in generale, hanno degli obiettivi molto chiari. L’obiettivo di tutti i casinò fisici e online è quello di mantenere attivo il giocatore e fargli spendere quanti più soldi possibile. Idealmente, i giocatori devono rimanere contenti al termine delle sessioni di gioco e desiderare di ripeterle ancora e ancora, con quello che è noto come "produttività" crescente delle scommesse". Nella realtà, tutto questo si traduce semplicemente in un sempre maggior numero di puntate piazzate da un determinato giocatore in un determinato periodo di tempo.

I casinò fisici hanno un chiaro vantaggio, rispetto ai loro equivalenti online: grazie alla presenza fisica dei giocatori, possono influenzarli maggiormente tramite lo staff, il design dei locali e le decorazioni. Ma anche i casinò online dispongono di tecniche speciali di condizionamento.

Alcuni dei giochi più popolari, e persino molte app, si ispirano al gioco d’azzardo online. Candy Crush, per esempio, che spopolava fino a qualche anno fa fra tutti i giocatori e i loro genitori pure, ha un funzionamento ispirato alle meccaniche del gioco d’azzardo. Piattaforme social come Instagram e Facebook funzionano secondo principi simili a quelli delle slot machine. E Tinder? Non ne parliamo!

Andiamo a esaminare le varie tecniche usate dai progettisti dei giochi per tenerci incollati ai display dei nostri vari dispositivi al fine di separarci dal nostro tanto sudato denaro.

1) Tokenizzazione

La tokenizzazione rappresenta l’atto di scambiare denaro con qualcos’altro che lo rappresenti. Per capire il concetto, immagina la classica fiche da poker. Questa tecnica è utilizzata in molti casinò, sia fisici sia online, perché crea una sorta di "distanza psicologica" che impedisce di rendersi pienamente conto del valore reale delle fiches. In questo modo, puntare e spendere le proprie chip, senza pensare a quanti soldi si stanno effettivamente spendendo, è più facile.

2) Ludicizzazione

Un’altra tecnica, la ludicizzazione appunto, consiste nel prendere ispirazione dai videogiochi e può essere attuata in varie forme. Alcuni casinò online hanno dei tabelloni segnapunti per motivare i giocatori a cercare di accaparrarsi i primi posti, rischiando e giocando di più. Un’altra forma di questa tecnica coinvolge la sfera delle abilità di gioco e crea nel giocatore l’idea di essere esperto suscitando emozioni di soddisfazione e successo.

Infine, ci sono i modi usati specificamente dai casinò social (quelli in cui è possibile giocare virtualmente con gli amici): per esempio, la durata stabilita arbitrariamente per l’attesa di rifornimento delle fiches, o il dover pagare un piccolo importo per continuare a giocare senza aspettare.

3) Facile accesso a diverse opportunità di gioco

Il concetto è abbastanza semplice. Idealmente, ogni giocatore ha accesso a molti giochi e tipi di giochi diversi senza dover cliccare su un’altra scheda o cambiare sito web. Le persone tendono ad adagiarsi nella pigrizia: anche il minimo sforzo richiesto dal dover cliccare su un’altra pagina può far cessare la voglia di continuare a giocare.

4) Incertezza della ricompensa

Questa strategia è basata sulle teorie di B. F. Skinner (il famoso ideatore della Skinner Box, che lui stesso ha paragonato a una slot machine). Skinner ha dimostrato che le persone hanno reazioni più forti quando non sono sicure di vincere. Stare in attesa di un risultato crea una suspense che si dissolve solo dopo aver conosciuto l’esito.

In seguito, l’industria del gioco d’azzardo ha realizzato di poter indurre i giocatori a giocare di più e più velocemente tramite frequenti grosse vincite mancate di un soffio affiancate da piccole vincite: è molto più improbabile che una persona che si sente veramente vicina a una vincita importante smetta di giocare.

5) Perdite mascherate da vincite

Anche dette "fake wins", le perdite travestite da vincite sono usate soprattutto nelle slot machine con un alto numero di linee o di modalità di vincita. Molte slot hanno 25, 50 o persino centinaia di migliaia di linee di vincita, cosa che aumenta le probabilità di ottenere una combinazione "vincente".

La psicologia dietro questo concetto è che, essendoci più opportunità di vincita, si vince più spesso. Naturalmente, tutti i giocatori vorrebbero vincere sempre: ecco perché puntano di più e continuano a giocare, avendo la sensazione che stanno vincendo. Peccato che le vincite ottenute siano, in genere, di importi inferiori rispetto a quelli spesi per le puntate. Detto in altre parole: il casinò si sta comunque prendendo tutti i tuoi soldi, ma lentamente, in modo che tu non te ne accorga.

6) Rinforzo positivo audiovisivo

Intense luci abbaglianti e suoni forti e squillanti fanno parte del gioco d’azzardo da molto tempo, ma non molte persone capiscono che sono strumenti messi lì per mantenere viva l’attenzione del giocatore dopo averla catturata.

Non si direbbe, ma viene posta molta attenzione alla creazione dell’ideale esperienza audiovisiva. I suoni devono essere abbastanza forti da coprire l’ambiente circostante, ma non così forti da costituire una distrazione, e devono corrispondere a ciò che il giocatore ha di fronte. Tutto questo dà al giocatore l’impressione che le sue azioni abbiano rilevanza e che stiano in qualche modo influenzando direttamente il gioco. Lo stesso vale per gli elementi visivi sullo schermo: devono catturare l’attenzione ed essere vivaci, ma a un livello tale da non interferire con il gioco. Devono, insomma, essere semplicemente qualcosa da guardare mentre si è con la testa altrove.

7) La "zona"

Quando abbiamo parlato delle cause della dipendenza da gioco d’azzardo e dei fattori che contribuiscono a mantenerla, abbiamo detto che la dipendenza è un meccanismo di adattamento sbagliato, usato per evadere dalle emozioni negative. La "zona", usando un termine della ricercatrice Natasha Schüll, è il concetto chiave per comprendere questo comportamento.

La "zona", nota anche come "euforia dello scommettitore", non è altro che quello stato mentale raggiunto da un giocatore completamente immerso nel gioco: è capace di perdere la cognizione del tempo, arrivando a far passare delle ore, fino a quando qualcos’altro non interviene a distoglierlo dallo stato di "trance".

Abbiamo già parlato dei suoni e degli elementi visivi, due componenti fondamentali che provocano l’ingresso nella "zona", ma c’è un terzo aspetto della progettazione dei giochi da tenere a mente per crearne di capaci di rapire letteralmente i giocatori: la velocità di gioco, che è anche l’aspetto più importante. Se il gameplay è troppo lento, i giocatori si annoiano; se invece è troppo rapido, arrivano a provare frustrazione. Pertanto, i progettisti hanno cominciato a strutturare i giochi in modo che si adattino alla velocità preferita dai giocatori.

Ma c’è un elemento che in un sol colpo distrugge tutte le considerazioni fatte finora. L’autoplay non è cosa nuova nel mercato del gioco d’azzardo; anzi, ne è ormai parte integrante, tanto che nessuno ci fa più caso. Ma quello che non si comprende è che può essere abbastanza pericoloso, in determinate circostanze. Dopo aver premuto il pulsante autoplay, non devi neanche intervenire più per giocare: il gioco "si gioca" da solo e, nel frattempo, tu non realizzi quanti soldi hai speso né da quanto tempo stai giocando.

Conclusione

La dipendenza da gioco d’azzardo è molto più complessa di quello che la maggior parte delle persone pensi: una combinazione di fattori biologici e psicologici la rende una nemica difficile da battere. Se hai il sospetto che una persona a te cara possa sviluppare una dipendenza, o se credi di essere a rischio tu stesso, ti consigliamo caldamente di leggere il nostro articolo su sintomi e diagnosi del gioco d’azzardo patologico. Se conosci qualcuno che sta già lottando contro delle abitudini di gioco malsane, puoi consigliare la lettura del nostro articolo su come sconfiggere la dipendenza dal gioco o il nostro elenco di centri di supporto specializzati nel trattamento del gioco d’azzardo patologico.

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